Psicologia canina

Il cucciolo arriva a casa: inserimento e prima educazione

Adottare un cane dal canile è un’esperienza davvero unica ed emozionante. Oltre al piacere di avere accanto un nuovo amico, c’ è anche la gioia di aver fatto una buona azione e di aver restituito ad un animale la libertà perduta. E’ importante avere pazienza e una buona dose di sensibilità per costruire il nuovo rapporto, ma anche qualche conoscenza per facilitare l’inserimento del cane nel nuovo contesto.
Infatti, essere adottati non è un gioco da ragazzi…in un solo giorno tutto cambia: padroni nuovi, ambienti diversi e abitudini a dir poco sconvolte. Qualche consiglio aiuterà i cani e i rispettivi padroni che hanno deciso di intraprendere questo percorso entusiasmante, ma di certo impegnativo. In questo articolo mi soffermerò in particolare sull’inserimento del cucciolo per poi trattare l’adozione di un cane adulto.
L’arrivo a casa
Il cucciolo appena uscito dal canile sarà stanco e disorientato. Spesso non ha più la compagnia dei fratelli, comunque gli mancano di colpo i suoi punti di riferimento e le sue abitudini.
Una volta arrivati a casa, è importante lasciarlo tranquillo e libero di esplorare l’ambiente domestico, avendo cura di non lasciare a sua disposizione oggetti pericolosi che potrebbe ingerire. Se si addormenta, è giusto lasciarlo riposare.
I bisogni
Un cucciolo è in parte paragonabile ad un bambino piccolo: nessuno picchierebbe un bimbo perché sporca nel pannolone, eppure è ancora diffusa l’abitudine di portare il muso del cucciolo sulle sue deiezioni sgridandolo allo stesso tempo. L’ideale sarebbe abituare il cucciolo a sporcare fuori dalle mura domestiche facendolo uscire anche 7-8 volte al giorno; tuttavia, se non è possibile portarlo fuori così spesso, si può organizzare in casa uno spazio limitato coperto di giornali. Sarà meglio condurre il cucciolo nel luogo adibito ai bisogni il più spesso possibile, cercando di prevenire l’urgenza improvvisa. Non appena scappa la pipì… lodate il cucciolo con una carezza o un biscottino. Se il tempismo non è perfetto, pulite ignorando il cane, andrà meglio la prossima volta.
La socializzazione
Anche se il cucciolo non ha terminato il piano vaccinale è molto importante, per il suo equilibrio psicologico, lasciargli incontrare persone e cani (vaccinati) estranei al nucleo famigliare. Per non sviluppare paure immotivate deve imparare al più presto il sistema di comunicazione con gli uomini e con gli individui della sua specie e abituarsi ai rumori cittadini, ai tragitti in macchina etc. Un cucciolo cresciuto in un ambiente povero di stimoli può diventare nel futuro un adulto poco equilibrato. Questo tipo di apprendimento non richiede un particolare impegno da parte dei proprietari, se non quello di esporre il cucciolo a situazioni diverse in modo graduale, ma costante, in special modo se la sua età è compresa tra i due ed i cinque mesi di vita.
Se vivete in campagna e avete un grande giardino o un terreno è molto importante portare il cucciolo in città almeno due volte a settimana in modo da abituarlo al contesto urbano. Solo così, in futuro, sarà capace di adattarsi a successivi cambiamenti e trasferimenti.
Il gioco
Giocare è un attività fondamentale per lo sviluppo psicologico del cucciolo: in questo modo il piccolo impara a dosare la sua forza, a reagire in modo equilibrato alle provocazioni, a sperimentare le sue capacità. Inoltre il gioco gli permette di creare e rafforzare i legami sociali con l’uomo. In un contesto sicuro il piccolo si prepara a diventare adulto. I cuccioli amano i giocattoli morbidi e “pelosi” che ricordano le attività ludiche con i fratelli. Sono sconsigliati i giochi di forza, la lotta e tutte le attività che eccitano il cucciolo in modo esagerato.
E’ bene lasciare al piccolo giocattoli da mordicchiare e promuovere tutte le attività che si svolgono in collaborazione con il proprietario. Lavorare con il fiuto, giocando al “cerca”, sviluppa le innate capacità olfattive ed è un ottimo sistema per stancarlo senza farlo scatenare: impegnandosi a cercare oggetti o a seguire piccole piste, il cucciolo impara a concentrarsi e a sviluppare la sua autostima.
Se il cucciolo ama giocare mordendo le mani o qualsiasi altra nostra parte del corpo, la cosa migliore da fare è interrompere il gioco, deviando l’attenzione su un gioco permesso. Di solito innervosirsi e alzare la voce non porta al risultato sperato: il cucciolo potrebbe eccitarsi di più o reagire in modo aggressivo per difendersi.
La solitudine
Anche se non ce n’è la necessità, è indispensabile abituare il cucciolo a rimanere solo. Bisogna favorire un sano processo di distacco (finché si è molto piccoli si sta tutti insieme, ma poi bisogna crescere…), affinché in futuro non ci siano problemi legati alla separazione o all’uscita dei proprietari. Infatti, un cucciolo di pochi mesi non deve essere lasciato solo troppo a lungo, ma allo stesso tempo deve imparare a “sopravvivere” anche senza la presenza fisica delle persone.
La manipolazione
I cuccioli sono solitamente accarezzati e toccati spesso, presi in braccio e spazzolati. Questo tipo di contatto è molto utile, ma diverso dalla manipolazione in senso stretto: molti cani infatti si mostrano tolleranti alle carezze ma possono diventare aggressivi o ribelli quando il veterinario ha la necessità di controllare le orecchie , sollevare una zampa, o tastare l’addome.
Spesso neanche il proprietario riesce facilmente a disinfettare una ferita o mettere una banale fasciatura.
Per prevenire queste difficoltà, si può mettere ogni tanto il cucciolo su un tavolo e abituarlo ad essere toccato in ogni parte del corpo. Con una mano possiamo manipolare il piccolo nei punti più delicati (orecchie, polpastrelli, inguine e addome), con l’altra premiarlo con un bocconcino. L’associazione sarà rapida: anche una manipolazione invadente e leggermente fastidiosa può diventare con un po’ di pazienza un evento divertente e piacevole.
Alcune regole
Per impartire alcune regole di buona educazione non dovete aspettare che il cucciolo diventi adulto. Impegnarsi adesso significa spianare la strada ad una futura buona convivenza e prevenire i problemi, evitando di doverli risolvere una volta sorti. Un cane ben educato è un cane più libero e più gestibile, quindi potrà accompagnarvi ovunque e non sarete costretti ad isolarlo quando arrivano ospiti.
Il cucciolo dovrà avere dal primo momento una sua cuccia (va bene un cuscino o una brandina) e dovrà rispettare i vostri luoghi di riposo evitando di salire su letti e divani, anche se ancora è piccolo e non arreca particolare disturbo. E’ importante lodarlo quando si sdraia a cuccia ed incoraggiarlo con piccoli premi.
Anche il momento del vostro pasto è fondamentale: il cucciolo deve sapere che non otterrà mai nulla dal tavolo, in special modo se si mostra insistente e capriccioso. Dopo alcuni vani tentativi di richiesta, il piccolo imparerà a rimanere tranquillo e accetterà di buon grado di assistere al vostro pranzo o alla cena senza mostrarsi prepotente.
Per gettare le basi di un buon rapporto cane-padrone è bene usare cibo, carezze e attenzioni per premiare tutti i comportamenti che volete incentivare: il cucciolo va gratificato, ad esempio, quando si mostra tranquillo, quando gioca con oggetti permessi, quando si mostra socievole con gli altri cani e con le persone, oppure quando fa le feste senza saltare addosso. Affinché cibo, carezze e attenzioni siano un incentivo è fondamentale non soddisfare gratuitamente tutte le richieste del cucciolo: la psicologia canina da questo punto di vista è molto simile alla nostra, un premio per essere tale deve essere guadagnato.
Insomma, non si deve mai pretendere troppo da un cucciolo (a tre mesi non può saltare nei cerchi di fuoco…), ma allo stesso tempo non si dovrebbe sottovalutare la sua enorme capacità di apprendimento: in giovane età il cervello del piccolo è una spugna che assorbe informazioni da ogni evento della vita quotidiana e la sua condotta dipende anche dal vostro comportamento.
Se il cucciolo, nei giorni successivi l’arrivo a casa, dovesse mostrarsi particolarmente impaurito, diffidente, aggressivo o irrequieto, sarà meglio chiedere l’aiuto di un esperto, affinché una piccola difficoltà iniziale non diventi un problema più difficile da risolvere.

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